Curiosità

Il David di Michelangelo – 10 curiosità tutte da scoprire

Il David di Michelangelo è uno dei massimi capolavori di scultura di tutti i tempi, visitato da milioni di persone ogni anno.
Si trova nella  Galleria dell’Accademia e raffigura l’eroe biblico David, che sconfisse il gigante Golia abbattendolo con un colpo di fionda e liberando così dal giogo dei Filistei il popolo di Israele.
Realizzato dal grande Michelangelo Buonarroti tra il 1501 e l’inizio del 1504 da un blocco di marmo di Carrara, è alto più di 5 metri esclusa la base.
Una delle attrazioni più importanti della città , e quindi assolutamente da inserire nella lista di cosa vedere a Firenze, il David ha una storia ricca di aneddoti e curiosità.

 

Noi ve ne proponiamo alcune, di cui forse non eravate a conoscenza:

1. Simbolo di Firenze

Il David è il simbolo di Firenze, infatti la città si identificò con esso perchè mostrava la vittoria dell’uomo virtuoso di fronte al tiranno.
Simboleggia anche il carattere orgoglioso e indomabile di Firenze.

2. Le proporzioni del David

La statua rappresenta un’adolescente, ma la sua anatomia è particolare.
Ha infatti le braccia troppo lunghe e la testa troppo grossa per la sua età. Anche a mano destra in particolare e, su cui si possono vedere chiaramente le vene in rilievo, è decisamente grande e le natiche sono strette mentre le gambe molto separate. 
Ma non è un errore. Michelangelo infatti ha ingrandito o ridotto alcuni elementi con l’obiettivo di sottolineare alcuni particolari e lasciarne altri in secondo piano.
Così il David acquista maggiore espressività.

3. Il marmo utilizzato

Il grandissimo blocco di marmo di Carrara che Michelangelo usò per realizzare la statua era già stato sbozzato piuttosto malamente 50 anni prima da Agostino Duccio, il quale aveva poi deciso di abbandonarlo.
Era talmente in cattive condizioni che nessun artista aveva più voluto mettervi mano. Ma questo non fermò il grande artista dall’accettare la sfida di trarne fuori una statua.

4. Le copie

Ci sono copie del David sparse in tutto il mondo, da Londra agli Stati Uniti (Kentucky).
Solo a Firenze ce ne sono due, una in Piazza della Signoria e una a Piazzale Michelangelo.

 

5. Un grande progetto

L’opera faceva parte di un progetto più ambizioso che prevedeva la realizzazione di 12 figure dell’antico testamento che avrebbero dovuto trovare posto all’esterno della cattedrale di Santa Maria del Fiore.

6. Il rifiuto

In un primo momento il popolo rifiutò grandemente la statua al punto che durante il suo trasferimento, bande di contestatori lo presero più volte a sassate.

7. Gli incidenti

La statua fu vittima di diversi incidenti nel corso del tempo.
Il danno maggiore lo riportò il 26 aprile 1527 a Firenze. Quando fuori da Palazzo Vecchio vennero lanciati mobili sui soldati da una folla di rivoltosi, una sedia colpì il braccio destro del David, spezzandolo in tre punti.
Lo ricomposero con tre chiodi di rame.
L’ultimo incidente risale al 1991 quando Pietro Cannata distrusse un dito del piede sinistro con una martellata. Da allora la statua è stata collocata all’interno per evitare ulteriori danneggiamenti.

8. Il trasferimento alla galleria dell’Accademia

A causa delle pessime condizioni di conservazione dovute alle intemperie, nel 1873 il David venne spostato all’interno della Galleria dell’Accademia.
Il trasferimento andò avanti per sette giorni, dal 30 luglio all’8 agosto 1873. Siccome faceva molto caldo, si lavorava soprattutto nelle prime ore del mattino, alle 4 alle 11.
Per trasferire la statua venne costruito un carro ammortizzato, in legno e ferro, che si muoveva su rotaie ferroviarie, e per posizionarla nella sua nuova collocazione la si fece entrare dall’Accademia di Belle Arti  abbattendo la parete d’ingresso dell’edificio.

9. La controversia

Per decidere dove mettere la statua fu nominata una commissione composta dai più illustri fiorentini, tra i quali BotticelliFilippino LippiLeonardo da VinciPerugino, Lorenzo di Credi, Antonio e Giuliano da SangalloPollaiolo, Andrea della Robbia e Ghirlandaio.
Vinse la proposta di Filippino lippi di collocarla davanti a Palazzo Vecchio. 
In un primo momento si collocò il David in  con il volto rivolto verso Roma.
Questa decisione provocò diverse polemiche perchè il fatto che la statua guardasse verso Papa Alessandro VI, il quale aveva dato asilo politico a Medici, scacciati dalla città per mano del governo di Firenze, non era molto apprezzato.

10. Il naso

Prima che l’opera venisse esposta si racconta che il gonfalone della repubblica Piero Soderino andò a fare visita a Michelangelo.
Gli disse che secondo lui il naso del David era troppo grande e che se l’avesse ridotto un po’ la statua sarebbe stata più bella.
Michelangelo, diplomaticamente, prima di salire sulla scala per sistemare il naso raccolse una manciata di marmo da terra e la tenne stretta in una mano.
Raggiunta la testa della statua fece finta di scalpellare il naso e lasciò cadere i pezzetti di marmo prima raccolti.
Finito l’intervento chiese a Soderini se adesso il naso aveva le dimensioni giuste e questi gli rispose che, grazie alla sua acuta osservazione, la statua aveva raggiunto la perfezione.

Nell’arte questo capolavoro rappresenta l’ideale di bellezza maschile, così come la Venere di Sandro Botticelli quello femminile.

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Palazzo Pitti- La storia e i musei

Nell’elenco di cosa vedere a Firenze, Palazzo Pitti compare sicuramente tra i primi posti. L’edificio è infatti tra le attrazioni principali della città, che val davvero la pena vedere.
Esso ospita al suo interno diversi musei: la Galleria Palatina, la Galleria d’Arte Moderna, il Museo degli Argenti, il Museo delle Porcellane, il Museo del Costume e il Museo delle Carrozze.  Vederli tutti è difficile, perciò noi vi consigliamo di non perdervi assolutamente la Galleria Palatina o la Galleria d’Arte Moderna. Per risparmiare tempo prezioso da dedicare alla visita la cosa migliore è acquistare il biglietto on line che vi permetterà di saltare le lunghe code.

Quando i Pitti, famiglia di ricchi mercanti e rivale dei de Medici, affidarono al Brunelleschi la progettazione del palazzo pensarono in grande. La costruzione rappresenta infatti uno dei più grandi esempi architettonici di Firenze.
Iniziato nel 1458, occupava lo spazio compreso tra le sette finestre del secondo e del terzo piano. Nel 1549 i Pitti, ormai impoveriti, lo vendettero ai Medici. Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de Medici, lo volle perchè trovava Palazzo Vecchio claustrofobico.
Eleonora avviò i lavori di ampliamento che proseguirono fino al 1939. Nonostante i rifacimenti il progetto del Brunelleschi venne rispettato tanto che oggi non è facile distinguere le diverse fasi di costruzione.
Estinta la famiglia Medici il palazzo rimase la residenza dei governanti della città, i duchi di Lorena e poi dei loro successori austriaci e napoleonici.
Quando Firenze fu capitale d’Italia, nel 1865, l’edificio diventò la residenza dei Savoia che lo donnarono allo stato nel 1919.

CURIOSITA’ SU PALAZZO PITTI

La facciata di Palazzo Pitti è molto estesa (200 mt di lunghezza per più di 30 mt di altezza) ed è realizzata a bugnato rustico a sporgenza digradante (pietre più grandi alla base e più piccole e raffinate ai piani superiori). La stessa tecnica di costruzione si trova in molti nobili palazzi fiorentini. Alla base della facciata se fate attenzione trovate, sulla sinistra rispetto al portone centrale (guardando la facciata, tra due finestre a circa due metri di altezza da terra), due pietre decisamente diverse fra loro: una molto lunga, di circa 10 metri, e una molto corta, neanche mezzo metro.
La leggenda vuole che le pietre vennero messe vicine per volere di Luca Pitti, perchè rappresentassero, quella lunga, la sua potenza, e quella corta la debolezza dei suoi rivali, molto invidiosi di lui.


I MUSEI DI PALAZZO PITTI

1. Galleria Palatina

La Galleria Palatina si estende per tutta l’intera ala sinistra del primo piano di Palazzo Pitti, un tempo residenza dei Medici. Ospita un’importante e grande collezione comprendente opere di Raffaello, TizianoCorreggio, Rubens, Piero da Cortona ed altri grandi maestri italiani ed europei del rinascimentali e barocchi.

2. La galleria di Arte Moderna

Ubicata al secondo piano di Palazzo Pitti ospita una bella collezione di quadri e sculture moderne, principalmente italiani, dal tardo Settecento alla Prima Guerra Mondiale, oltre ad opere di alcuni Macchiaioli e di artisti italiani a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

3. Museo degli argenti

Comprende una collezione molto ricca di oggetti preziosi, molti dei quali commissionati dai Medici. Le opere d’arte frutto di botteghe fiorentine e straniere ed includono vasi di cristallo e artefatti in pietre dure, avorio, gemme, argento, così come cammei, tappeti e orologi. È situati nell’ala sinistra dell’edificio.

4. Museo delle porcellane

Il museo è ospitato nel Casino del Cavaliere, in cima alla collina di Boboli. La collezione è formata principalmente da serviti da tavolo in porcellana dei Granduchi e delle famiglia dei Medici, Lorena e Savoia. Si tratta di una raccolta principesca composta da pezzi unici creati appositamente per la corte granducale, oppure ricevuti in dono dagli altri regnanti europei. Del museo fanno parte anche le porcellane locali di Doccia, usate quotidianamente dai granduchi.

5. Galleria del costume

Ubicata nella set nella settecentesca Palazzina della Meridiana, ala di Palazzo Pitti che si affaccia su Giardino di Boboli è l’unico museo sulla storia della moda in Italia e uno dei più importanti al mondo. La collezione è costituita da oltre 6000 pezzi tra cui abiti, costumi teatrali e accessori che vanno dal Cinquecento al Novecento e, data la mole dei pezzi esposti, viene cambiata ogni due anni a rotazione.

6. Museo delle carrozze

Ubicato nel rondò di destra di Palazzo Pitti, venne costruito nel XVIII secolo. Ospita una serie di carrozze del XVIII e XIX secolo, appartenute soprattutto alla corte dei Lorena e ai Savoia. Da vedere è la carrozza riccamente decorata di inizio Ottocento che fu, originariamente, di Ferdinando II re di Napoli e che arrivò a Firenze con i Savoia e le tre sfarzose berline in legno scolpito, dipinto e dorato, eseguite a Firenze nel 1818.

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Palazzo Vecchio – Alcune interessanti curiosità


Palazzo Vecchio
con la sua Torre di Arnolfo (94 metri di altezza) dalle splendide merlature, insieme a Santa Maria del Fiore e al David di Michelangelo è da sempre il simbolo della città di Firenze.
Noto in precedenza come Palazzo della Signoria, Palazzo Vecchio, venne fatto edificare da Arnolfo di Cambio tra il 1298 e il 1314, ed è stato sempre la sede storica del governo Fiorentino
Nel periodo in cui Firenze è stata capitale d’Italia (dal 1865 al 1871) l’edificio ha ospitato il Parlamento Italiano e prima dell’Unità d’Italia, per secoli ha rappresentato la sede del Granducato di Toscana e della Signoria del Medici.
Oggi è sede centrale e museo del Comune di Firenze.
È assolutamente tra le attrazioni principali da vedere se decidete di visitare Firenze.

Sono tante le curiosità che riguardano Palazzo Vecchio che forse vi farà piacere sapere.
Qui di seguito vi proponiamo un piccolo elenco delle curiosità principali da scoprire.

1. Il cambio della Guardia

Anche Palazzo Vecchio ha la sua cerimonia del cambio della Guardia
Negli anni dell’assedio del 1529/30, quando Carlo V volle riportare in città i de Medici assediando la città, Firenze aveva un proprio esercito cittadino.
Palazzo Vecchio veniva protetto da un gruppo militare dell’Esercito della Repubblica Fiorentina: erano i Fanti di Palazzo, all’occasione sostituiti dai numerosi diversi altri gruppi militari.

Si può assistere alla cerimonia del cambio della guardia (orario 9.00 – 10.00 – 11.00 – 12.00 – 13.00) o la prima domenica del mese o in occasione della domenica metropolitana (un’ampia offerta di visite e attività nei Musei Civici Fiorentini).
Il cambio della guardia si svolge così:

  • Il Gonfalone di Firenze o del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina si posiziona al centro dell’Arengario
  • due Militi armati vengono posizionati ai lati dello stesso a Guardia del Simbolo Cittadino e del Palazzo del Potere
  • il Capitano e un Ufficiale completano la Guardia
  • A scandire la cerimonia ci sono il rullo imperiale dei Tamburini, gli squilli di Chiarine, i movimenti sincronizzati all’usanza militare dell’epoca.

2. Il volto di Michelangelo

Sulla sinistra della rampa di accesso a Palazzo Vecchio, al di là del gruppo di sculture raffiguranti Ercole e Caco, si può scorgere il volto di un uomo di profilo, realizzato in maniera non molto definita.

La tradizione vuole che l’autore sia Michelangelo. Su chi sia l’uomo ritratto ci sono diverse ipotesi: o che fosse un condannato a morte o un suo debitore che lo infastidiva particolarmente.
Quel che certo però è che non tutti potevano scolpire qualche cosa sul muro di un palazzo così importante e che quindi l’autore fosse qualcuno su cui la guardia avesse potuto sorvolare.

3. La Madonna dell’Ufo

Nella sala si Ercole è conservata una Madonna col Bambino e San Giovannino di cui si discute l’attribuzione.
È chiamata popolarmente la Madonna dell’Ufo a causa di un oggetto volante non ben identificato che è dipinto sul cielo sullo sfondo.
È qualche cosa di grigio con raggi dorati al quale guardano due personaggi sullo sfondo. Rappresenta una delle fonti iconografiche più antiche citate nel campo dell’ufologia.

4. Il municipio della città di Fürth

Il municipio della città di Fürth in Germania, costruito tra il 1840 e il 1844 vuole essere unimitazione di Palazzo Vecchio.

5. È asimmetrico

Una cosa molto strana per il periodo. Infatti sul lato sinistro del palazzo sono presenti 3 file di finestre mentre sull’altro no.
Questo si spiega perché da una parte vennero abbattute diverse case, mentre dal lato degli Uffizi non c’era spazio perché c’era la chiesa di San Piero di Schieraggio che venne poi distrutta.

6.Le merlature di Palazzo Vecchio

Il ballatoio presenta merlature guelfe, mentre la Torre di Arnolfo ha merlature a coda di rondine, perciò ghibelline.
Questo fatto risulta strano perché nel periodo in cui fu ultimata la torre i Ghibellini erano stati definitivamente esiliati dalla città.

7. Le finestre

Quelle in corrispondenza della torre risultano murate, perché quest’ultima, che parte direttamente dal terreno, fu costruita su una casa torre che apparteneva alla famiglia Vacca.
In onore di questa famiglia, oggi rimane la via di fronte a Palazzo Vecchio dal nome Via Vacchereccia.

8. La battaglia di Anghiari di Leonardo

La battaglia di Anghiari che Leonardo dipinse nel Salone dei Cinquecento sarebbe nascosta da una intercapedine dietro il muro su cui Giorgio Vasari nel XVI realizzò l’affresco Battaglia di Marciano della Chiana. Il Vasari lo avrebbe fatto proprio per preservare l’opera del grande maestro.
L’esistenza di questo escamotage messo in atto dal Vasari parrebbe provata dalla presenza di una strana scritta che appare nel dipinto la Battaglia di Marciano.
Su uno degli stendardi portati dai soldati compare infatti la scritta CERCA TROVA.
Questo particolare viene anche ripreso nel libro di Dan Brown, e del film ad esso ispirato, Inferno.

9. La torre

Come mai la torre di Palazzo Vecchio, invece di essere affiancata alla struttura principale come tradizionalmente accade, è collocata all’interno della corte centrale?
Il palazzo pubblico sorge in un lotto precedentemente destinato ad altri edifici e la torre sfrutta le fondamenta di una struttura preesistente, alla quale si è sostituita.
Il resto del palazzo è poi sorto intorno ad essa, secondo il progetto di Arnolfo di Cambio, che ha deciso di trarre vantaggio dalla base già costruita per creare una struttura innovativa e rara nel suo genere.

10. Palazzo Vecchio e la sezione aurea

L’intero progetto di Palazzo Vecchio è stato eseguito tenendo presenti i principi architettonici della tradizione classica, ovvero la perfezione data dall’equilibrio visivo e il rigore matematico, che nel XIV secolo venivano lentamente riscoperti.
Non ci si stupisce allora sapendo che le proporzioni della facciata e il legame che stringe quest’ultima alla torre siano state ideate secondo i criteri della sezione aurea.
Per chi è un po’ digiuno di aritmetica ecco una rapida spiegazione di che cos’è questa relazione matematica: considerate un segmento di lunghezza 1 e dividetelo in due parti, una del valore di 0,618 e l’altra di 0,382. Ora, la rapporto che intercorre tra 1 e 0,618 è lo stesso tra 0,618 e 0,382.
Tornando a Palazzo Vecchio, possiamo considerare la larghezza della struttura come il segmento intero e la sua altezza come la parte minore nelle quali è diviso. La torre, infine, è collocata proprio dove le due parti si uniscono.

Parole chiave: Palazzo Vecchio Firenze

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Eventi a Firenze – 3 feste tradizionali da scoprire

Nessun fiorentino rinuncia a partecipare a quegli eventi a Firenze che rappresentano la memoria storica della città e che sono diventati nel tempo anche richiamo turistico. Sono diverse le feste tradizionali che scandiscono il calendario, appuntamenti annuali che radunano folle di cittadini e turisti.

Noi ve ne abbiamo scelte tre tra le principali a cui magari vi può capitare di prendere parte se vi trovate a visitare Firenze proprio in quei giorni.

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1. Lo Scoppio del Carro

È una delle più antiche tradizioni fiorentine e uno degli eventi a Firenze più famosi: risale al periodo della conquista della Terra Santa. Si tiene la domenica di Pasqua e si celebra sul sagrato del Duomo.
A mezzogiorno, durante la messa nella cattedrale, al Gloria viene lanciata “la colombina”, un razzo a forma di colomba che per mezzo di un cavo metallico sfreccia dall’altare maggiore raggiungendo il carretto addobbato da mortaretti e petardi dando così inizio all’esplosione.

2. Festa della Rificolona

Celebrata la sera del 7 settembre, la vigilia della Natività della vergine, in piazza SS. Annunziata. I partecipanti ai cortei portano delle canne con appesi dei coloratissimi lampioncini di carta di tutte le forme e colori, all’interno dei quali viene accesa una candela. Alla festa è legato anche il “mercato”: La Fierucola del Pane, che dal 1984 si presenta in piazza SS. Annunziata il primo fine settimana del mese di settembre e dove si possono trovare  prodotti biologici, artigianato manuale e tradizionale.

3. San Giovanni e il calcio storico fiorentino

La sera del 24 giugno, giorno della festa di San Giovanni Battista, patrono di Firenze, da Piazzale Michelangelo si sparano razzi, mortaretti, bengala e girandole multicolori che inondano Firenze di luci e botti.
Nello stesso giorno si svolge la finale del Calcio Storico Fiorentino, che si gioca rigorosamente in abiti cinquecenteschi, partita che rievoca quella vera giocata durante l’assedio del 1530.
La manifestazione prevede tre partite che si giocano l’ultima settimana di giugno, solitamente in piazza Santa Croce e piazza della Signoria. Partecipano 4 squadre : Santa Croce (blu), Santo Spirito (bianco), Santa Maria Novella (rosso) e San Giovanni (verde). Le due che conquistano la finale si sfidano il 24 giugno sul campo allestito in piazza Santa Croce davanti ad un pubblico di fiorentini e turisti.

Ponte Vecchio – Curiosità

Simbolo di Firenze per antonomasia, Ponte Vecchio è una delle attrazioni principali della città, che non può essere esclusa dall’itinerario di visita.
Attraversa il fiume Arno nel suo punto più stretto e rappresenta il primo e più antico ponte di Firenze. Risale infatti all’epoca romana, quando venne realizzato in legno, e nel corso del tempo fu più volte danneggiato.
L’ultimo danneggiamento è datato 3-4 novembre 1333. Nel 1345,  fu ricostruito d’allievo di Giotto, Taddeo Gaddi, su tre arcate, più profonde e più resistenti all’impeto dell’acqua.
La sua bellezza gli portò fortuna.
Si racconta infatti che, grazie ad essa, durante la seconda guerra mondiale, Hitler lo risparmiò dai bombardamenti del 1944.

Di seguito vi riportiamo alcune curiosità di cui forse non eravate al corrente e che vi permetteranno di visitare Ponte Vecchio scoprendone tutti i segreti.

1. La meridiana

In alto, sull’angolo della bottega che delimita la terrazza ovest dove si trova il busto di Benvenuto Cellini, c’è una meridiana particolare, a forma di mezzaluna, che rappresenta l’ultima testimonianza del ponte trecentesco.
L’iscrizione sul basamento dell’orologio solare spiega che venne collocato nel 1345 in occasione della ricostruzione del ponte.

2. Le arcate ribassate

Ponte Vecchio fu il primo ponte in cui vennero usati nella sua costruzione (del 1345 ad opera di Taddeo Gaddi) i valichi ad arco ribassato.
Questa tecnica del tutto nuova, permise di avere meno campate (tre al posto di cinque) e più grandi. In questo modo detriti e le piante che avrebbero potuto distruggere il ponte, potevano fluire con più facilità.
Lungo tutto il suo passaggio è fiancheggiato da due file di botteghe artigiane, ricavate in portici chiusi. Ai quattro angoli della costruzione erano situate 4 torri che ne controllavano l’accesso.

3. La Torre dei Mannelli

All’estremità sud del ponte, il Corridoio Vasariano gira attorno ad una torre, quella dei Mannelli, unica sopravvissuta delle 4 che erano agli angoli a difesa della costruzione.
La Famiglia Mannelli fu la sola che fece opposizione al passaggio del Corridoio attraverso la loro proprietà. Così facendo costrinsero il Vasari a progettare questo tratto completamente a sbalzo su mensole per aggirare la torre.

4. Le botteghe di Ponte Vecchio

Visitare Firenze in 3 giorni: le botteghe di Ponte Vecchio

Foto di Anna Berardengo

Nel periodo medievale era sede di botteghe di macellai e verdurieri. Era infatti stato imposto dall’autorità cittadina che i macellai vi si riunissero per preservare la pulizia delle case del centro ed evitare così gli odori e gli scarti delle carni che venivano trasportate dalle strade all’Arno.
Dopo la costruzione del Corridoio Vasariano , nel 1565, si trovò inopportuna la presenza di queste botteghe e nel 1593 si decise di sfrattare i macellai, concedendole invece agli artigiani e agli orafi, attive ancora oggi.

5. Il Corridoio Vasariano

Costruito nel 1565 da Giorgio Vasari per Cosimo I De’ Medici il corridoio, lungo circa un chilometro, che passa sopra il ponte, metteva in comunicazione il centro politico e amministrativo di Palazzo Vecchio, con Palazzo Pitti, che ai tempi era ancora abitazione privata dei De’ Medici.
Durante il periodo della liberazione, il Corridoio Vasariano fu l’unico modo di passare dalla parte nord alla parte su di Firenze.

6. Le finestre di Mussolini

Nello slargo centrale del ponte si trovano le grandi finestre fatte realizzare nel 1939 da Benito Mussolini in occasione della visita di Hitler a Firenze. Queste gli avrebbero permesso di ammirare il panorama della città verso Ponte Santa Trinità.
Si dice che egli fu colpito da questa vista e dispose di non bombardarlo nel 1944.

Se volete godervi uno spettacolo veramente romantico, quando il sole comincia a tramontare andate al Ponte Santa Trinità.
Quando la luce comincia ad affievolirsi, giratevi verso Ponte Vecchio ad est e vedrete le luci delle antiche oreficerie scintillare sulle acque dell’Arno, che diventano via via più scure.

Ponte Vecchio è uno dei simboli di Firenze e sicuramente uno dei più bei ponti d’Italia, insieme al Ponte dei sospiri a Venezia, a Ponte Sant’Angelo a Roma, al Ponte Coperto a Pavia e al Ponte di Castelvecchio a Verona.

La storia

Un primo attraversamento in legno risale già all’epoca romana, ma si trovava più a monte rispetto alla costruzione attuale.
Dopo la piena del 1177 il ponte venne ricostruito, ma spostato più a valle. Subì poi dei danni durante le alluvioni del 1200 e 1250 e spazzato via da quella del 1333.
Fu ricostruito tra il 1339 e il 1345 su progetto di Taddeo Gaddi (altri ipotizzano di Neri di Fioravante o Domenico da Campi).
Nel 1665 Giorgio Vasari edificò il Corridoio Vasariano per collegare Palazzo Vecchio alla casa dei Medici.
Nel Settecento si iniziarono ad usare le caratteristiche madielle, le vetrine sporgenti dotate di chiusure ribaltabili.
All’Ottocento risalgono invece alcune riconfigurazioni delle vetrine e la trasformazione della via interna in galleria coperta.
Nel 1938 Mussolini commissionò la costruzione delle ampie finestre panoramiche al centro del ponte in occasione della visita di Hitler.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale vennero realizzate importanti opere di consolidamento all’insieme della struttura.

Nel 1966 una nuova alluvione danneggiò il ponte che venne subito dopo restaurato.

Alla scoperta degli artisti del rinascimento fiorentino

Sia che decidiate di visitare Firenze in 3 giorni, sia che facciate una visita mordi e fuggi alla città, sia ancora che riusciate a soggiornare nel capoluogo toscano per un periodo più lungo, non potrete non innamorarvi di Firenze. È un museo a cielo aperto, ricco di attrazioni, palazzi, monumenti, statue che attestano ancora oggi quanto la città sia stata importante nel corso dei secoli e soprattutto in epoca rinascimentale. Non a caso Firenze viene chiamata la culla del Rinascimento.

Ma chi sono quegli architetti, quegli scultori e quei pittori che hanno fatto di Firenze un vero e proprio scrigno di tesori?
Scopritelo leggendo il nostro elenco delle maggiori personalità artistiche del rinascimento fiorentino:

1. MICHELANGELO

Michelangelo (1475-1564) era uno scultore, pittore e architetto, considerato come uno dei più grandi artisti del periodo rinascimentale italiano e probabilmente di tutti i tempi. Il suo lavoro dimostrò una miscela di visione psicologica, di realismo fisico e di intensità mai visti. I suoi contemporanei hanno riconosciuto il suo straordinario talento e Michelangelo ha ricevuto commissioni da parte di alcuni degli uomini più ricchi e potenti della sua epoca, tra cui papi e altri affiliati alla Chiesa cattolica. Il suo lavoro, in particolare le sue sculture La Pietà e il David, nonché le sue opere pittoriche eseguite sul soffitto della Cappella Sistina, sono alcune tra le testimonianze più complete e chiare per poter comprendere a pieno la personalità versatile e la tecnica eclettica di questo personaggio della scena artistica del rinascimento italiano. Fortunatamente, le sue opere sono state curate e conservate con cura e metodo, affinché le generazioni future potessero avere la possibilità di ammirare ed apprezzare il genio di Michelangelo con il passare degli anni. L’unicità di Michelangelo, e la sua grandezza, sta nella sua costante ricerca del rigore plastico, così come la cura per tutti i dettagli dell’anatomia del corpo umano, hanno reso il David di Michelangelo un vero e proprio esempio di bellezza maschile, rompendo tutti i canoni tendenzialmente rinascimentali apportando novità sulla lavorazione del marmo e sulla rappresentazione di soggetti maschili, al livello successivo. Ancora oggi, infatti, il David è considerato essere la rappresentazione della perfezione del corpo umano maschile e controparte della Venere di Botticelli, considerata la rappresentazione pittorica della perfezione femminile.
Se avete messo in conto di visitare Firenze in 3 giorni non mancate assolutamente di andare ad ammirare la strepitosa statua del David: la trovate alla Galleria dell’Accademia ( la copia la trovate invece in piazza della Signoria, vicino a Palazzo Vecchio). Vi suggeriamo di acquistare il biglietto on line che vi darà diritto all’accesso prioritario. Risparmierete tempo da dedicare alla visita!

2. LEONARDO

Uno dei grandi padri del Rinascimento italiano, Leonardo da Vinci (1452-1519) è famoso in tutto il mondo per la sua personalità eclettica e la sua inventiva versatile e attiva. La sua formazione poliedrica e la sua personalità dedita ad uno spiccato amore per la ricerca e per la conoscenza, hanno formato un uomo assolutamente completo, unico nel suo genere, che è riuscito a donare studi, opere e conoscenze dal valore assolutamente inestimabile. Tutto il suo operato, sia in campo artistico che scientifico, sono una chiara rielaborazione in chiave assolutamente unica e all’avanguardia, di tutto il sapere di cui si teneva conto nel 400. Famoso tendenzialmente come pittore grazie alle sue opere magistrali tra cui, prima tra tutte, la famosa La Gioconda o il magistrale dipinto ritraente l’Ultima Cena, fu anche un abile musicista, scrittore e anatomista. Come non ricordare l’Uomo Vitruviano con mappatura del corpo umano oppure i suoi abili lavori come progettista che, in seguito, hanno portato l’uomo moderno alla realizzazione del primo modello di elicottero. Insomma, tutti gli studi e le opere di questo personaggio così discusso e ammirato in vari campi del sapere, sono alla base di molto di quello che conosciamo noi oggi, rendendo Leonardo uno dei maggiori geni dell’umanità.
Firenze ospita un bellissimo museo a lui dedicato. Visitarlo è un’ottima idea specie se siete a Firenze con bambini. Si trova in via Cavour 21.

3. BOTTICELLI

Sandro Botticelli (1445-1510), dopo una ricca formazione presso la bottega di Filippo Lippi, intraprese la carriera di pittore iniziando con opere su commissione dalla fama mondiale. Le sue prime opere rispecchiano la sua voglia di sperimentare e di puntare sulla struttura dei dipinti e sul fattore grafico, alcuni dei parametri essenziali della pittura rinascimentale italiana. Dopo una buona fase iniiziale in cui produsse alcuni dei suoi più grandi successi come la famosa Primavera e la Nascita di Venere, Botticelli si reca a Romaper intraprendere un nuovo e stimolante progetto per la propria crescita artistica nonché un evento che aumenterà notevolmente la propria fama: stiamo parlando della partecipazione del Botticelli alla realizzazione di alcuni notevoli affreschi nella Cappella Sistina tra cui figurano le famose Punizione dei ribelli, le Prove di Mosè e le Prove di Cristo. Dopo questo esperienza, in seguito anche al clima storico e culturale di quegli anni (con la diffusione del verbo di Girolamo di Savonarola), la vena artistica di Botticelli vide un grande cambiamento soprattutto inerente ai soggetti trattati: non ritrarrà più, infatti, personaggi mitologici come la Venere ma bensì concentrerà la sua arte su soggetti religiosi e sacri con una maggiore attenzione verso il cromatismo rispetto agli inizi, con tonalità scure e dai tratti decisi donando quindi una seconda fase creativa assolutamente unica ed inestimabile apprezzata ancora oggi in tutto il mondo.
Non potete non andare a vedere da vicino la Primavera del Botticelli. È una tappa sicuramente da inserire nel vostro itinerario per visitare Firenze in 3 giorni, in 2 giorni, in 1 giorno…..insomma dovete andarci!
Si trova alla Galleria degli Uffizi. Se volete saltare la coda acquistate il vostro biglietto on line, ve lo consigliamo.

4. PAOLO UCCELLO

Paolo Uccello ( 1397 – 1475), appartiene alla prima fase del rinascimento italiano insieme ad altri grandi del suo tempo come il Brunelleschi. Le sue opere si distinguono per la loro grande attenzione e il rigoroso rispetto della prospettiva e la prorompente maestria della plasticità dei suoi dipinti. Fra gli artisti della prima generazione del Quattrocento fiorentino, si interessò soprattutto ai problemi della prospettiva come metodo di rappresentazione piuttosto che alla realizzazione di capolavori cromatici. È considerato il precedente immediato dell’arte di uno dei massimi maestri italiani: Piero della Francesca. Lavorò su commissione per numerose città italiane che conservano, ancora oggi, alcune tra le sue più grandi opere come gli affreschi nel duomo di Firenze, altri purtroppo, come alcuni suoi lavori realizzati per la chiesa veneziana di San Marco, sono andati perduti. Questa fase della pittorica di Paolo Uccello si distingue dunque per lo studio delle geometrie, della grafica e delle linee, con risultati assolutamente precisi e suggestivi per i propri osservatori: la profondità di alcuni dipinti, infatti, è talmente ben studiata e rappresentata da essere considerata una delle caratteristiche pittoriche più all’avanguardia del proprio secolo. Negli anni a seguire da queste esperienze, Uccello si cimenta in dipinti che, insieme alla cura delle linee e delle geometrie, incorpora anche una forte attenzione e passione per la realizzazione dei volti dei propri personaggi. La vera innovazione è che l’artista è riuscito a combinare perfettamente le proprie proprietà stilistiche e più analitiche riuscendo ad associare una naturalistica cura del dettaglio e una rinnovata ricerca di effetti cromatici tra naturalezza ed surrealismo.

Gli Uffizi si ospitano la sua opera “La Battaglia di San Romano”. La trovate nella sala 7 del Primo Rinascimento.

5. PIERO DELLA FRANCESCA

Piero della Francesca (1415-1492), è uno dei maestri dell’arte rinascimentale che diede ampia importanza allo studio delle forme, delle linee e delle geometrie. Soprattutto la prima fase del suo operato artistico ci mostrano proprio le caratteristiche essenziali d dell’artista: struttura prospettica rigorosissima, perfezione dei volumi geometrici, rappresentazione di figure grandiose immerse in un’atmosfera dalla luminosità diffusa, sottile quasi astratta che mantiene i personaggi come sospesi nel tempo. Pittore la cui serena, disciplinata esplorazione della prospettiva ha avuto poca influenza sui suoi contemporanei ma è venuto riconosciuto nel ventesimo secolo come un importante contributo al Rinascimento italiano. Il ciclo dell’affresco La leggenda della vera croce e il dipinto Federico da Montefeltro, duca di Urbino e consorte, sono tra i suoi lavori più noti. Il fascino di Piero per la geometria e la matematica rappresentano un corollario della sua arte; Il suo modo di mettere su tela la propria espressione teorica deve molto al suo mentore Alberti ed è analogo a quello del suo più giovane contemporaneo Leonardo da Vinci. Il rigore e la logica degli argomenti sono tuttavia unici a Piero. Anche se l’arte reticente di Piero aveva poca influenza sugli esperimenti dei suoi grandi contemporanei fiorentini, ha goduto di grande fama per i suoi contributi scientifici.
Non andate via da Firenze senza aver ammirato suo ritratto dei Duchi di Urbino. Anche quest’opera si trova nella sala 7 del Primo Rinascimento alla galleria degli Uffizi, dove vi consigliamo di recarvi muniti di biglietto on line.

Duomo di Firenze – Il passaggio del sole nello gnomone

Più o meno quattro volte l’anno, verso il periodo del solstizio d’estate (21 giugno), nel Duomo di Firenze è possibile assistere ad un particolare spettacolo che, se siete appassionati di curiosità scientifiche e siete a visitare Firenze, non potete  perdervi.
Con l’ammodernamento dell’osservazione della corsa del sole nel duomo di Firenze, cominciata nel 1996, le autorità religiose, con il sostegno scientifico del Comitato per la Divulgazione danno il permesso ai visitatori di osservare l’improvvisa apparizione di un cerchio di luce.
Questo si sposta a vista d’occhio per andare a sovrapporsi al cerchio di marmo sul pavimento la cui posizione era stata calcolata da Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397-1482) nel 1475.

Eccettuato il periodo del solstizio d’estate le tracce dell’attività astronomica del duomo di Firenze sono visibili di rado in quanto la cappella della Croce (a sinistra dell’altare maggiore), dove si verifica il fenomeno è riservata alle funzioni liturgiche e i segni sul pavimento sono coperti da una protezione in cuoio.

Gli hotel nel quartiere San Giovanni

PALAZZO TOLOMEI

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Alcuni astronomi furono autorizzati ad effettuare una serie di misurazioni fino ad allora impossibili da praticare grazie alla configurazione interna della cattedrale e all’altezza eccezionale della cupola (90 metri).

L'interno della cupola di Brunelleschi, tra le attrazioni principali di Firenze

Poichè nel 1475 Toscanelli aveva affiancato Brunelleschi nei calcoli della cupola del Duomo di Firenze, egli decise di fissare sotto le finestre della lanterna una tavoletta di bronzo (detta bronzina) con un foro a forma di cono di circa 5 metri.
Entrando nel foro il raggio era proiettato sul pavimento della cappella della Croce. Un disco di marmo, che si può vedere ancora oggi, indica il luogo esatto dove il sole si infrange al suolo il giorno del solstizio d’estate. Oltre a quello di Toscanelli, venne realizzato un altro cerchio più grande, in modo da estendere la superficie che avrebbe accolto il raggio solare.
Se decidete quindi di visitare il Duomo di Firenze (è una delle attrazioni più gettonate della città, perciò se volete risparmiare tempo saltando la coda vi consigliamo i biglietti on line) proprio nei giorni in cui avviene il fenomeno, potrete vivere un’esperienza davvero emozionante.
Vi ricordiamo che bisogna avvisare i custodi che si è lì per la meridiana.